INTER-GENOA 2-1

L’INCANTESIMO KUCKA

A parte vedere Sneijder che giocava come al campetto, e vedere Poli addirittura segnare, e vedere Ramiro ancora in vita, la partita di Coppetta offriva anche l’occasione di ammirare Juraj (anagramma di Juary) Kucka, un uomo che da un po’ è virtualmente interista. Il mio interesse di tifosotto sdraiato sul divano a guardare gente che zampettava nel gelo aveva una motivazione del tutto personale. Ricordo infatti distintamente di avere pronunciato la parola “Kucka” in un bar, durante una delle più classiche discussioni tra tifosotti, quelle in cui si parla dei milioni come se fossero i tuoi, dei giocatori come se li avessi comprati tu e di tattiche come se il football lo avesse inventato tuo zio. E ricordo distintamente di avere pronunciato la parola “Kucka” così, con estrema leggerezza. In pratica, ascoltavo me stesso dire “Kucka” senza minimamente essere interessato all’argomento. Si parlava delle difficoltà numeriche, fisiche, polmonari e anagrafiche del nostro centrocampo e credo di aver chiosato una discussione con “ma tanto arriva Kucka, no?” un po’ così, alla cazzo, con lo stesso tono con cui ho subito aggiunto un’altra frasetta, “e vabbe’, ciao, debbo andare”.

Ora, fatto salvo che non si può essere sempre al massimo della forma e che le partite si possono cannare, ieri sera mi sono risvegliato dall’incantesimo Kucka. Cosa ci potrà mai risolvere – questa era la mia domanda mentre mi spolveravo le briciole delle Gocciole, ottimo surrogato degli Orociok per la Coppa Italia – uno come Gregor Kucka?

Kucka ha dei discreti pregi – è giovane, aitante e ha passato la visita medico-agonistica – che lo rendono interessante tanto quanto almeno altri venti-trenta centrocampista attualmente in serie A. Dobbiamo solo chiarirci di che livello stiamo parlando: cos’ha Kucka che Poli e Muntari – per dire – non hanno? E cosa dovremmo mai chiedere o pretendere da un Kucka?

L’Inter, a centrocampo, ha un enorme problema, che è questo: deve prepararsi a sostituire (o a puntellare vigorosamente) nel giro di poco tempo un intero reparto pluridecorato composto da Zanetti (39 anni), Stankovic (34), Cambiasso (32) e mettiamoci pure Thiago Motta (30, il tempo passa). Sostituire questi giocatori, o preparare seriamente la loro successione, non significa soltanto comprare gente che li possa sostituire nel senso che Butti si alza dalla panchina, accende il pannello con i numeri, “esce Stankovic e entra X”, no, ecco. Non abbiamo bisogno la riserva di Stankovic. Abbiamo bisogno il nuovo Stankovic.

Dico Stankovic perchè è stato il modello di operazione che dobbiamo prepararci a ripetere. Non è trovare il giovane virgulto Zanetti da qualche parte e scoprire con piacere che ti dura vent’anni. Non è sperare che il Real faccia un’altra cagata come regalarti un Cambiasso. E’ – com’era successo con Stankovic – andare a trattare l’acquisto in denaro contante del giocatore che vuoi e su cui pensi di fare un serio investimento. Stankovic, all’epoca, era un centrocampista 25enne in forza alla Lazio. L’Inter decise di farci un investimento. Lo prese a gennaio, pagandolo profumatamente. Ma direi che l’operazione ha avuto un senso, mi pare.

Ora, se l’Inter ha messo insieme non so come il tesoretto per Tevez, direi che potrebbe essere l’occasione buona per sistemare qualche cosetta e tentare un investimento alla Stankovic. Di Kucka – che va anche bene, per carità – il mondo è pieno, ma di campioni veri un po’ meno. I campioni veri si trovano a volte con il culo, oppure più spesso pagandoli. Mi accontenterei della seconda che ho detto. Il nome? Non importa, mi fido*.

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* non è vero, non mi fido, ma non posso mica fare lo sborone fino a ‘sto punto.