PARMA-INTER 1-0

WE ARE NOT THERE

(NON CI SIAMO)

Non è una gran consolazione che la classifica avulsa di novembre si concluda con Inter e Juve appaiate in zona retrocessione, 4 punti nelle ultime 4 partite, e nonostante ciò ancora in vetta alla classifica vera come se novembre non fosse mai nemmeno transitato nei nostri calendari. La Fiorentina ha fatto 10 punti, la Roma (no dico, la Roma!) 9, il Napoli 8, persino la Squadra dell’Amore a Pagamento ne ha fatti 7. E dire che novembre si era aperto all’insegna dell’ottimismo più inverecondo e onanista: la deflorazione dello Juve Stadium e della Juve stessa, un delizioso stupro etnico in casa Savoia, e poi la scorribanda a Belgrado con qualificazione con due turni di anticipo in Coppetta League. Era l’8 novembre, appena 18 giorni fa. Poi un pari e tre inculescion nelle ultime quattro, e chi se l’aspettava?

Riformulo la domanda: e chi se l’aspettava una partita moscia come stasera a Parma, un secondo tempo senza colpo ferire, gente che non mette la gamba quando uno ha preso la rincorsa per tirare 40 metri prima dicendo “ahò, vado in porta e tiro alla cazzo, magari centro lo specchio”, gente che si sfancula per un triangolo non chiuso, gente che comunque non tira quasi mai in porta (tiro non fare, poi cazzo non cagare), gente un po’ stanca, ecco.

Peccato. Ci eravamo così abituati a botte di 10 vittorie di fila che adesso, alla quarta che non vinci, già ti vengono gli attacchi di panico. Non è che in alto – a parte quelle che rimontano – sia cambiato poi così tanto, a 24 giornate dalla fine. Certo, non puoi non pensare che con due risultati normalissimi (vittoria con il Cagliari, pari a Parma, ‘na banalissima media inglese) adesso eri in testa alla pari con la squadra per cui tifava Masino Buscetta. E se a Bergamo – tra errori nostri ed errori dell’arbitro – statisticamente la battuta d’arresto ci stava, e se con il Cagliari pur non meritando di vincere ti avevano impedito di tirare un rigore allo scadere, col Parma non c’è scusa che tenga. Mosci, brutti. Stanchi, speriamo solo un po’ stanchi, chè anche ‘sta coppetta con le sue trasferte in Sailcazzistan ha un po’ rotto i maroni.

Stanchi e un po’ rotti, perchè poi a noi non manca mai l’infortunio di settore (sì, voglio dire, io non c’entro nulla, ci siamo capiti) e a centrocampo manca il ricambio. In attacco, invece, se a uno viene il mal di pancia o a un altro danno due giornate di squalifica, ecco, lì si nota quella cosa che a inizio di stagione ci angosciava assai e poi ci siamo dimenticati cammin facendo, perchè le vincevamo tutte.

Poi, certo, ci sono anche vicende extra che pesano. Il congelamento dell’inno sta purtroppo facendo sentire i suoi perniciosi effetti, perchè entrare in campo con quel tunzetunzetunz dava una carica aggiuntiva. Quanto all’abolizione di Sneijder e a questa strana Glasnost (spieghiamo i cazzi nostri a tutti e nei minimi dettagli), sarà il tempo a giudicare*.

* “sarà il tempo a giudicare” è una bella frase che consente di chiudere democristianamente un discorso pericoloso e di avviarsi sereni al giaciglio su cui trascorrere la nottata.

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(caro Sansone, conserva questa foto per quando potrai raccontare ai tuoi nipotini che una volta, giocando con l’Inter, hai preso palla e nessuno ti ha rotto i coglioni)