VIEIRA

L’UOMO CHE NON C’ERA

(…) Siccome ha giocato più o meno la metà delle partite che avrebbe potuto giocare, causa infortuni e menate varie, viene da pensare a cosa avremmo mai potuto fare se Vieira fosse sempre stato quel Vieira che abbiamo giusto intravisto in una quindicina scarsa di occasioni diluite lungo gli anni di militanza nerazzurra, caso piuttosto raro di giocatore necessario ma spesso assente, insostituibile ma sostituito per tutte quelle volte (decine) che la partita se l’è vista dalla tribuna o dal divano di casa. Vieira, in questo senso, può essere considerato la cartina di tornasole dell’attuale forza dell’Inter: guardate un po’ cosa siamo riusciti a fare senza Vieira, più che con lui, e diteci se siamo o non siamo una potenza. (…)

Un autore a me caro (alto, bello, elegante, intelligente, onesto, obiettivo, e che corre la maratona ampiamente sotto le quattro ore) (non posso darvi altri indizi) (no, non è Baricco: è un tappo) scriveva queste cose circa un anno e mezzo fa nelle bozze di un libro. Cose che restano attualissime. Vieira ci lascia con 66 partite di campionato e 6 gol in tre anni e mezzo. Poco. Poco di tutto. Quel poco che gli ha concesso un fisico un po’ provato da lunghe sgroppate. Per questo, nel ringraziarlo vivamente e nel rimpiangere da subito il suo bagaglio di classe e di esperienza, non posso dire che mi mancherà. Vieira all’Inter ha fatto vedere quello che è nelle pause tra un infortunio e l’altro, seguite da periodi più o meno lunghi in cui doveva ritrovare il passo partita e giocava alla cazzo. Ergo, avrà disputato venti partite “da Vieira” in tre anni e mezzo, alla media di sei all’anno, che è una miseria. Ci lascia avendo giocato a Verona una di queste venti, e di questo gli va dato atto. Una prova di serietà, perché non è facile scendere in campo con la valigia sul letto, quella di un lungo viaggio. Per il resto, tanta sfiga di cui dobbiamo ringraziare anche il simpatico Domenech, che convocandolo e facendolo giocare i novanta minuti, per due volte, gli ha causato altrettante ricadute da freschi infortuni che ce lo hanno tolto per sei mesi.

La coincidenza di movimenti di mercato in uscita, mai così copiosi, con grossi problemi di formazione, mai così copiosi, è molto vetero-interista. Eto’o è in Africa, Muntari Materazzi Cambiasso Santon Chivu Khrin sono infortunati, Balotelli è squalificato, Mancini è in rampa di lancio. Per questa sera ci sono 19 convocati.

Portieri: 1 Francesco Toldo, 12 Julio Cesar, 21 Paolo Orlandoni;

Difensori: 2 Ivan Ramiro Cordoba, 4 Javier Zanetti, 6 Lucio, 13 Maicon, 25 Walter Samuel, 29 Giulio Donati;

Centrocampisti: 5 Dejan Stankovic, 7 Ricardo Quaresma, 8 Thiago Motta, 10 Wesley Sneijder, 28 Alen Stevanovic, 48 Lorenzo Crisetig;

Attaccanti: 22 Diego Milito, 27 Goran Pandev, 31 Denis Alibec, 89 Marko Arnautovic.

Ora, se togli i due portieri di riserva scendi a 17. Se togli i ragazzini, scendi a 13. Se togli Arnautovic, scendi a 12. Se togli un centrale dei tre a disposizione, scendi a 11. Cioè la formazione è fatta, con un’unica possibile variante: dentro un ragazzino in mezzo (o Donati dietro, con spostamento di Er Zigomo in mezzo) e fuori Er Trivela. La panca sarà molto giovanile, diciamo imberbe. Se l’hanno fatto per farmi sentire un briciolo di mancanza di Vieira, beh, ci sono quasi riusciti.

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