WERDER BREMA-INTER 3-0

CABBAGE PICTURE

cabbage.jpgFossi il tenente Colombo, mi metterei alle calcagna di Moratti e Benitez per capire chi dei due ci sta prendendo per il culo. Moratti (che ormai da dieci interviste – vanno rilette parola per parola – sta più o meno scientemente delegittimando il mister) dice: non bisogna fare figure del cavolo. Benitez dopo la tranvata dice: sono sereno, con Moratti eravamo d’accordo di non rischiare nessuno (e quindi, di mettere in campo una formazione-barzelletta in cui giovani e vecchi, sapientemente mischiati, hanno fatto cagare per novanta minuti) (e quindi: di fare una figura del cavolo). Insomma, ragazzi: ci spiegate qualcosa? Ci spiegate cosa sta succedendo? Ci spiegate chi non sopporta chi, chi non segue chi, chi spernacchia chi? No, non per altro: siamo milioni qui, dall’altra parte dello schermo, a chiederci che cazzo succede. E siamo gli stessi, Massy e Benny, che da una vita sopportiamo il meglio e il peggio senza farci venire troppi dubbi. A parte quando sono un pochino legittimi, tipo adesso, che non ci capiamo una sega. Un paio di mesetti fa eravano ancora lì a lucidare trofei, e adesso ci facciamo prendere a pallate da un Werder qualsiasi, in cui Arnautovic sembra Van Basten.

C’è un limite che è stato superato. Si può essere sfigati e infortunati, laceri e contusi, incompleti e in emergenza, e va tutto bene, nessuno può dire nulla. Ma allo sbando no, è uno spettacolo che non ci meritiamo, nè possiamo permetterci di dare in quanto detentori di una tripletta che adesso sembra perdersi nella notte dei tempi. Eppure se mi do qualche pizzicotto mi viene in mente il mio bonifico a Jakala. Sì, era tutto vero. E anche questo è vero. Pallate, pallate, pallate. Tottenham, Werder. E Lazio, e Chievo, il Werder del Triveneto.

L’Inter ha una responsabilità morale, che mi rendo conto essere pesante, certo, però vaffanculo, bisogna sopportarla con la schiena dritta. E’ la responsabilità di essere l’Inter. E può accadere di tutto, per carità, ma non si può andare in Champions a non fare più di due passaggi di fila, o a mostrare facce impanicate, o centravanti – sì Eto’o, dico a te’e – che vanno via palla al piede cercando di dribblarne diecimila, sintomo evidente che nessuno sa cosa cazzo fare, nemmeno il centravanti. E non è mica un bel sintomo, eh?

Tutti a Budabi. Ma come ci andiamo, a Budabi? Non mi piace questa squadra che pensa sempre ad altro. Ma diobono, io ho da pensare ad altro! Devo lavorare, fare la spesa, correre, scrivere, andare ai colloqui a scuola, presentare libri, pagare le spese condominiali. Non è che quando vado alla Coop mi dimentico le cose perché sto pensando alla maratona. E invece i miei beniamini in campionato perdono perché pensano alla Champions, in Champions perdono perché pensano all’Intercontinentale. E a Budabi a cosa penserete?

La vedo malissimo. E non è questione di Moratti, di Benitez o sa il cazzo cosa. E’ una questione complessiva, totale, generale che mi inquieta da morire. Non sopporto queste spallucce e questi occhi da cerbiatto. Erano anni che non mi usciva più questa frase: questa non è la mia Inter.

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