CONFIDENZIALE

LA RIPARTENZA

Apro una parentesi, doverosa.

Il libro poteva intitolarsi tranquillamente “Quando non vincevamo mai” e l’avrebbe potuto (dovuto, forse) firmare Settore. Settore, cioè io, sarebbe stato comunque al settimo cielo. E tutto avrebbe avuto un senso. Poi ho pensato un po’ anche a Roberto, cioè sempre io, il ghost writer di Settore (che poi è l’invisibile front man di Roberto, un paradosso): dopo tutto ‘sto lavoro di scrivere e di nascondersi, cinque anni e rotti a giocare e fare acrobazie,  ho pensato che meritasse di godersi qualche giorno da leone invece dei soliti mesi da eremita, pur apprezzato a livello di monitor e postriboli due punto zero. Settore, firmando il libro, se la sarebbe goduta da emerito cazzone qual è, virtualmente ebbro della sua cyber-popolarità e del traguardo raggiunto. Roberto (che tra i due è il più vero, flesh and blood) si sarebbe potuto togliere lo sfizio di rimirare finalmente il suo nome su un libro (ognuno ha i suoi sogni) e magari di dedicarlo alle figlie (ognuno ha i suoi gioielli).

Alla fine ho deciso così, perdendoci qualche ora di sonno (faccio bene? faccio male?). Soprattutto negli ultimi giorni, quando i tempi si sono abbreviati (Panorama, Virgilio, il comunicato stampa, l’uscita) e io mi sono accorto, per l’ennesima volta, di non aver detto praticamente niente a praticamente nessuno, un po’ per abitudine e un po’ per scaramanzia (ancora oggi non mi pare vero). Le ultime notti ho aspettato che mi calasse la palpebra scrivendo duecento mail a tutti quelli che in questi anni mi avevano a loro volta scritto (sarebbe stati molti di più, ma ho perso molti indirizzi lasciando morire una vecchia casella di posta, quindi mi scuso con chi ho involontariamente cancellato), e in queste ore ho ricevuto una valanga di risposte affettuose e sim-pa-tti-che, come direbbe il Presidente, che mi hanno convinto che – come minimo – non ho fatto male. Qualcuno l’ha trovata una cosa divertente, il coming out, e a qualcuno non è piaciuta: vabbe’, è la vita.

Il libro è stata una bella esperienza. L’ho scritto per buona parte in vacanza, fantasticando su come sarebbe bello fare lo scrittore di professione (ero in Corsica, su un terrazzo, con il portatile davanti,  il mare sullo sfondo, nessuno che mi rompeva i coglioni e senza un cazzo da fare che non fosse scrivere). Poi ho dovuto finirlo e rifinirlo in condizioni più normali: e cioè quando devi anche lavorare, fare la spesa, innaffiare i gerani e andare in posta a pagare la Tarsu. E’ stata più dura. Però un nuovo post  di 180 pagine non l’avevo mai scritto e alla fine, a riguardarlo, sono soddisfatto.

Ci sarebbero un po’ di persone che devo ringraziare: Michele, per l’occasione che mi ha regalato; Maurizio, per il prezioso aiuto; Giancarlo e Massimiliano, per avermi pescato dal mazzo; Daniela e quelli di Virgilio per la passione e la simpatia; Chiara e Alessandra per il bailamme di questi giorni; Gigi, per avermi convinto ad andare a Roma il 5 maggio 2002; Bruno, per avermi convinto ad aprire un blog; Ezio, che teneva al Milan ma forse ha una parte precisa di tutta questa cosa qui; tutti quelli che ho abbracciato per un gol, e sono tanti; mia mamma e mio zio, senza i quali non sarei interista; e tutti quelli che leggono il blog, senza i quali non sarei Settore.

Chiusa parentesi.

Stasera c’è l’Inter, e il resto (amabilmente) si fotta.

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CONFIDENZIALEultima modifica: 2008-10-04T00:48:12+02:00da admin
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