MERCATINO

LUGLIO (COL BENE CHE GLI VOGLIO)

Oggi finisce giugno e domani comincia luglio. Calcisticamente parlando, è un bel passaggio di stagione. E’ finito il giugno dei pochi affari e delle molte chiacchiere. Si è strafogato il Real grazie ai soldi delle banche (praticamente è come se io andassi stasera a cena da Paul Bocuse e all’uscita dicessi: mandi tutto a Intesa San Paolo, tall’attenzione di Corrado Passera, tutto molto buono, grazie) (cazzo, bella la vita), qualcosa si è mosso di conseguenza, qualcuno ha fatto i suoi affari mirati, qualcuno furtivamente fa cassa alla faccia della tifoseria gonza. Tra un colpo e l’altro, i procuratori ne hanno dette di ogni, per poi smentire o precisare (abbiamo un premier che fa così un giorno sì e uno no, perchè non possono farlo Raiola e Caliendo, voglio dire?). Oggi finisce giugno e domani è luglio. Tra non molto le squadre torneranno ad allenarsi. Per carità, ci sarà sempre tempo per inventare qualcosa. Ma sempre meno.

Ho appena letto con sommo divertimento l’intervista che Luca Toni ha rilasciato alla Bild. Toni, prima di giocare una vergognosa Confederations Cup (ma la colpa non è sua, quanto di chi l’ha chiamato in quelle condizioni), stava facendo il malmostoso con il Bayern che aveva appena comprato Olic e Leroy Gomez (sì, occhei, bravo: ma quanti anni ha?): “Bisogna che facciamo un bel discorsetto, adesso in attacco siamo in troppi, io voglio garanzie altrimenti torno in Italia blablabla”. Cosa dichiara (non a caso il 30 giugno, perchè domani è già luglio) adesso il nostro Little Toni alla Bild? “Basta con queste voci, io resto. Sì, ci sono state tante richieste, ma io voglio rimanere al Bayern. A Monaco mi trovo molto bene e la squadra ha tutto quello che posso desiderare. Possiamo vincere la Champions e io mi considero una parte importante di questa squadra blablabla”. La traduzione di Settore non serve: nessuna squadra di un certo livello ha voglia e soldi per prendersi un attaccante ultratrentenne con un ingaggio molto elevato e con la pretesa del posto in squadra. O, almeno, nessuno ha presentato a Toni le garanzie richieste: un certo ingaggio, un certo livello di certezza. Ergo: Toni è ridiventato contentissimo di restare al Bayern a contendersi il posto con Leroy Gomez, Glenn Klose, Stanlio e Olic (allora sono in cinque per due posti: povero Toni).

Leggevo Toni e, naturrelement, pensavo a Ibra e Maicon. In un mercato in cui c’è sempre meno liquidità, le nostre due simpatiche canaglie sono sempre più prigionieri dei loro contratti con l’Inter Fc. Il problema è relativo per Ibra, che prende una cifra spaventosa: ero assolutamente appiattito sulla sua questione di principio (andare altrove per vincere di più), ma se resta ovviamente mica piango. Il problema è più insidioso per Maicon, che prende poco rispetto al suo peso e al suo rendimento: per quello che dà e quello che oggettivamente vale, meriterebbe di avere uno dei quattro-cinque stipendi più alti dell’Inter, e lui  com’è noto non ce l’ha. Caliendo dice che resta al 99,9% (percentuale che, lo dico ufficialmente, mi ha strarotto i coglioni: usatene un’altra, ce n’è un’infinità) e il ritocchino lo avrà, meritandolo. Non è colpa nostra se Moratti dà certi stipendi a cazzo: se poi trova un meccanismo per perequarli (le pippe e i mangiapane dovrebbero prendere meno dell’ironman della fascia destra) siamo tutti più felici.

E se restano Ibra e Maicon, ecco, siamo una squadra fortissimi.

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MERCATINOultima modifica: 2009-06-30T17:57:24+02:00da admin
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