PALERMO-INTER 4-3

IL FICO SECCO

L’11 settembre 2010, alle 20.45 (proprio come oggi, tranne ovviamente che era un sabato), il Milan perdeva 2-0 a Cesena provocandoci una crisi di godimento isterico che andò avanti per giorni. Poi il Milan, come sappiamo, ha vinto i due derby e il campionato. Vabbe’, era solo per dire. Nel calcio i peggiori disastri si fanno e si rimediano. Ma proviamo a relativizzare. Perchè perdere a Palermo non è certo peggio di perdere a Cesena, ma – appunto – qualche piccola contestualizzazione va fatta. Non abbiamo semplicemente perso a Palermo. Abbiamo perso con un Palermo a) indebolito dal mercato, b) che ha esonerato l’allenatore ad agosto, c) è allenato da un tecnico esordiente e sconosciuto, d) ci ha fatto quattro pere, e) ha avuto almeno altrettante occasioni limpidissime. In più, come dimenticare che noi f) perdiamo la seconda partita ufficiale su due, g) prendiamo quattro pere alla prima di campionato e h) diamo un senso di provvisorietà che, essendo noi l’Inter (you know, cinque scudetti di fila, la Champions, il Trofeo dell’amicizia, 18 coppette varie, sì, insomma, parlo delle ultime sei stagioni), fa quantomeno notizia.

Naturalmente, il popolo interista ha già fatto le scarpe a Gasperini. Alzi la mano chi non ha fatto ipotesi sul suo esonero: prima di Natale, macchè, prima di Halloween, ma no, magari dopo il Trabzonspor nella malaugurata ipotesi di fare un’altra figura del genere. A me il quadro sembra sufficientemente chiaro e la formazione iniziale spiega un sacco di cose di Gasperini, più di tante cose dette e scritte in questi primi due mesi di sua gestione. Al di là di tutte le mielose dichiarazioni di facciata, Gasp è un uomo solissimo: ha alle spalle una società che lo ha scelto come terza o quarta opzione, ha una squadra che non lo segue (o non lo capisce) (in due mesi di lavoro non hanno capito una sega? Ah, complimenti) ed è circondato da quei sei-sette milioni di interisti che, per quanto vogliano bene alla squadra e di riflesso a lui, non ne sono per nulla entusiasti (eufemismo).

E allora cosa fa uno in un momento di difficoltà? Fa la cosa che sa fare meglio. Non so: voi lo vedreste Shaq tirare da nove metri o Sotomayor saltare col ventrale? Ecco: Gasp fa il 3-4-3. E non è essere testoni o integralisti: è la cosa che sa fare. E fa bene a farla: se io, allenatore, vengo preso da una grande squadra non mi metto a fare il fenomeno, ma faccio la cosa che so fare meglio, di cui ho il pieno controllo, per la quale sono credibile. Sotto questo punto di vista – un punto di vista tecnico-professionale – sono con Gasperini. Se avessimo preso Zeman, pensate che avrebbe fatto il 5-4-1 per non deluderci a Palermo?

Il problema è un altro: l’Inter ha pervicacemente cercato allenatori che facessero la difesa a 3 (prima Bielsa, poi Gasp) e adesso piagnucola che il 3-4-3 non fa per lei. Cara Inter, cazzi tuoi. Cioè nostri. Francamente non mi va che dopo 90 minuti di campionato venga individuato in Gasperini l’unico capro espiatorio. Non era un carbonaro del 3-4-3, non sta facendo il 3-4-3 perchè è un infiltrato juventino e gode a vedere la nostre facce spaventate. Fa il 3-4-3 perché è il suo schema e, ribadisco, è più che ovvio che lo faccia in un momento di massima difficoltà. Che poi un Gasperini sia o no un allenatore adatto all’Inter – anzi, degno dell’Inter – potremmo qui aprire un dibattito che, temo, non sarebbe molto lungo.

Il calcio ha i suoi schemi vecchi come il cucco. L’Inter non è strutturata per il 3-4-3, quindi la cosa più semplice sarà cacciare via l’allenatore. Il quale, visto che comunque il suo mestiere è mettere in campo una squadra e cercare di vincere la partita, potrebbe magari recedere dalle sue idee e imbastardirle un pochettino, accontentando noi, Moratti e la logica delle cose. Ma lo vorrà fare, lo saprà fare? Uno che tiene Sneijder in panca perchè ha speso molto in nazionale (con San Marino?) ti ha ripetuto in faccia  il suo credo. Positivo che abbia tolto Zarate alla mezz’ora per correggere le cose: meno positivo pensare se uno Zarate serva davvero all’Inter e a uno come Gasperini, se Gasperini lo abbia minimamente chiesto, se sappia come utilizzarlo.

Gasperini allena un’Inter che per la prima volta dopo anni ha dovuto fare (relativamente) le nozze con i fichi secchi, sapendo di essere lui stesso un fico secco, se non il fico più secco di tutti. Ecco, è da questa palude che dobbiamo uscire. Se la situazione rimane quella di Palermo (allenatore incorruttibile, squadra senza certezze, società con il broncio), stiamo freschi.

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PALERMO-INTER 4-3ultima modifica: 2011-09-12T02:13:00+02:00da admin
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