PINETINA DAY – 1

SAPESSI COM’E’ STRANO

(TROVARSI CON CASSANO AD APPIANO)

Cioè, praticamente è andata così. a) Roberto Monzani mi invita in studio a Inter Channel per la seconda puntata di Inter_Net (che qui potete gustarvi a sbafo); b) Inter Channel è ad Appiano Gentile; c) ad Appiano Gentile sappiamo tutti cosa c’è, a parte Inter Channel; d) nel giorno in cui mi invitano, per una fortunata coincidenza, c’è l’Appiano Day;

(faccio un inciso: se avete un amico, un conoscente, un parente, un vicino di casa, un ministro, un patologo criminale, un metrosexual, un assessore regionale ancora a piede libero, un avvocato, un lenone, un alto prelato o un presidente di Inter Club che un giorno vi dice “senti, avrei l’opportunità di farti partecipare all’Appiano Day”, ecco, voi rispondete di sì)

e) cosicchè quando il dottor Monzani mi dice alla cornetta “senti bbello, siccome per un tuo gran colpo di culo giovedì è anche un Appiano Day, ci sarebbe l’opportunità di”

Prima ancora che pronunciasse il resto della frase (che era: “venire a vedere l’allenamento della prima squadra”), come in un cartone animato della Warner Bros, io ero già alla porta carraia di Appiano con lo zaino affardellato. Un piccolo gruppo di persone monzani.jpgelette (questo è l’Appiano Day, Iddio lo benedica) viene ammesso nel lussureggiante angolo di paradiso a meno di mezz’ora da Milano (parlo come Palizzi immobiliare). Giornata uggiosa ma campi in perfette condizioni. I ragazzi sgambettano in lontananza ma poi si inguattano in palestra “a fare la forza”. Mentre fantastico su cosa significhi questa cosa, una leggiadra fanciulla indirizza il gruppo verso gli studi di Inter Channel per una breve visita in attesa che i ragazzi finiscano di fare la forza. Monzani non è ancora arrivato ma poi arriva ed è come l’ho sempre immaginato: un uomo una felpa. Ci salutiamo come due commilitoni che non si vedono dalla Campagna di Russia, mentre attorno a noi gente si commuove e intona sottovoce “Pazza Inter” e “Sulle balze del Trentino”.

A questo punto – dopo un caffè nella buvette con Monzani, Scarpini e Nagaja Beccalossi, sotto gli occhi di Corso e Bedin (cioè, non so se mi spiego) – uomini in edera.jpgdivisa nerazzurra mi prelevano e insieme al resto della truppa di eletti (che per brevità potrei chiamare casta) mi porta ai bordi del campo dove Strama sta facendo provare la difesa a tre, il centrocampo a cinque e l’attacco a due (ora che ci ripenso i numeri non erano proprio questi, but who cares?). Noi del pubblico di privilegiati siamo sulla fascia destra della squadra che attacca. Quindi il laterale destro della squadra che attacca è il giocatore dell’Inter che per mezz’ora avremo a pochi metri da noi. Per la legge di Murphy, questo giocatore è:

Jonathan.

Vabbe’, non tutto deve finale necessariamente liscio in un Appiano Day. Proprio mentre rifletto su questa amara circostanza, la Gestapo nerazzurra con dolce inflessibilità ci conduce al vialetto da dove i giuocatori passeranno per recarsi al vano docce. E’ lì, in questo vialetto bordato da siepi di tamerici,

(non ho la minima idea di cosa siano le tamerici nè se crescano in forma di arbusto assiepato, ma sognavo di scrivere tamerici da almeno venticinque anni)

che si riproporrà il rito dell’autografo e quello della foto a/con il campione del cuore. Un rito che accomuna grandi e piccini, che io ho sempre rifuggito per pudore. Ma allenamento.jpgimprovvisamente, come una caldana da menopausa, mi sale in cuorpo la decisione che stavolta farò le foto. Appiano Day sia, fino in fondo. E decido che, complice l’amico Lorenzo – no, non l’uomo-Zanetti, un altro -, me le farò anche fare. Addirittura. Anche se non so come, perchè quando cominciano ad arrivare i giocatori – anzi, li si vede solo in lontananza mentre accennano a dirigersi verso di noi – si scatena la corsa all’oggetto del desiderio, in un crepitare di macchine fotografiche e pennarelli, di qualche stinco e di qualche ramo secolare di tamerici.

(fine prima puntata)

angelo.jpg