CATANIA-INTER 2-3

CHI SIAMO, DOVE ANDIAMO (A FINIRE)?

Partita romanzesca, non tanto per la rimonta (peraltro speciale, e su un campo difficile) quanto per il suo essere estrema. E’ incredibile la distanza dell’Inter del primo tempo non solo dalla remota possibilità di vittoria, ma anche dalla semplice eventualità di rimettersi in qualche modo in partita. E se ci possiamo crogiolare nelle sensazioni di una vittoria insperata e a suo modo esaltante, trovo francamente impossibile dimenticarmi di un primo tempo agghiacciante, in cui la squadra è apparsa tanto brutta da non sembrare vera, e se non sembri vera vuol dire che stai recitando, e se reciti vuol dire che sei preparata, e se ti sei preparata a far cagare allora vaffanculo.

Mentre il Catania ci prendeva a pallate, bastava fare due più due per arrivare a semplici – e, a quanto si vedeva, attendibili – conclusioni: atmosfera livida post-litigata, sbando tattico, brillantezza zero, sforzi nessuno. Che stessero facendo la fronda a Strama (reo dell’ennesima formazione un po’ così, oltre che reduce dallo scazzo con Cassano)? Che senso aveva quella non-partita, al netto della forza e dell’entusiasmo del Catania? Come cazzo si erano mai presi quei due gol ridicoli, se non per responsabilità di una difesa più imbambolata del lecito (o del possibile, o al di sotto di ogni sospetto)?

Stavo seriamente pensando che la terza trasferta orripilante consecutiva sarebbe costata il posto a Stramacconi, e questo mi intristiva non tanto per Strama (che da un po’ naviga a vista, salvo correggersi in corsa e non sempre con successo) quanto perchè non mi sentivo preparato all’ennesima apocalisse. Non ne avevo voglia. Nè, del resto, avevo voglia di continuare a vedere quello scempio. Finito il primo tempo ho spento il decoder e sono andato a lavorare, per fortuna, e ci sono andato a piedi per allungare la percorrenza e diminuire la sofferenza. Arrivo allo scranno che siamo 1-2, poco dopo arriva il pari, poi ne sbagliamo un paio, poi il 3-2. Bello, incredibile, pazza Inter ecc. ecc.

Ma chi siamo davvero? Quelli del primo tempo, mezzi ammutinati, o quelli cazzuti del secondo? E noi, tutti noi, chi siamo davvero? Quelli che ci saremmo suicidati collettivamente tipo setta giapponese alla fine del primo tempo, o quelli con il sorriso ebete alla fine del secondo?

Poi osservo la classifica. Siamo sempre lì, zona Champions, nonostante il ciapanò, nonostante una media di poco più di un punto a partita che pervicacemente teniamo ormai da quattro mesi. E’ un campionato così scarso che sarebbe folle rimetterci le penne senza giocarsela davvero. Oggi, schierando nel primo tempo la formazione C, abbiamo espugnato Catania. Può ancora accadere di tutto, abbiamo due coppette da onorare, un campionato da non devolvere. Se penso alla squadra del primo tempo, mi viene da ridere. Se penso a quella del secondo, mi sento pervadere da quella curiosità morbosa che tutti noi tifosotti conosciamo benissimo.

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