CHIEVO-INTER 0-2

THE COUNTRY TEAM *

(NO, PERCHE’ SE SCRIVO PROVINCIALE POI QUELLO S’INCAZZA)

Io non ho dubbi, almeno per ora: preferisco vincere tirando qualche sbadiglio che pareggiare tipo Fiorentina che mi è proprio piaciuta ma, appunto, ha pareggiato e in classifica segna uno con l’asterisco *però ha giocato bene. La differenza netta, si noterà, è di due punti. Certo, l’estetica ha il suo perché, il bel calcio ha bisogno di squadre che lo tramandino e il tifoso (vieppiù il tifosotto) necessita di cose che gli allarghino il cuore e gli rimpinguino il pallottoliere all’unisono. Ma i tempi sono questi: se ti azzardi a fare una buona partita e poi te lo pigli in culo (Roma), o se tiri quaranta volte e non ne metti una che è una (Siena), allora preferisco far genuinamente cagare e tornare a casa bello paciarotto con i tre punti.

Il mio è – lo preciso, perchè non derogo a certi miei sani princìpi – un atteggiamento a tempo. Siamo a settembre, e lo saremo ancora domenica. Settembre, il mese nè carne nè pesce. Di fronte a certe oggettive difficoltà, ci si tura il naso e si sventola il bandierone. Ancora non si capisce bene perchè queste cose ci riescano fuori e non in casa – non c’è spiegazione a una tale mancanza di proporzioni – ma anche questo è un dubbio che non mi assilla. La “provinciale che non è provinciale ma che bisogna sciacquarsi la bocca ma oggettivamente fa un po’ cagare anche se è metropolitana e internazionale” (in una parola: l’Inter) segna tre punti e va bene così.

E’ ancora terribilmente presto e intempestivo inoltrarsi in crociate contro lo schema A o lo schema B, gli allenatori inesperti, le società inadempienti, i senatori finiti, i successori inadeguati, ho finito la benzina, non avevo i soldi per prendere il taxi, le cavallette, le cavallette! Bisogna stare sereni, pazientare e, possibilmente, segnare tre punti alla volta, tipo a Verona. Domenica con la Fiorentina ci sarà una bella occasione per convincere e convincerci che non siamo provinciali e abbiamo due palle così. E poi arriverà il derby, in cui forzatamente si sfaterà la maledizione di San Siro (una vittoria non fa statistica), a meno che non si infortuni l’arbitro, si sospenda la partita, nessuna delle due faccia punti e i Maya decidano che va bene così.

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