CHIEVO-INTER 0-2

GLI AMICI RITROVATI

E no, stasera no. Non meritavamo di non vincere. Cioè, perdonate, facendo una crocetta sulla doppia negazione e semplificando, meritavamo di vincere. Vabbe’, ci siamo capiti, quella roba lì. In preda a una malinconia crescente stavo scartabellando la legge di Murphy sul divano quando, per fortuna, il Muro ci ha tolto da questo gorgo di sfiga. E mentre ancora mi godevo l’endorfina del Muro volante, mi sembrava di vedere un’azione con un capo e una coda e Milito insaccare di testa il secondo. Era da 104 anni che l’Inter non segnava due gol in due minuti in trasferta (non è affatto vero, ma mi piace pensarlo). E comunque vaffanculo, no dico, vaffanculo!, non si vinceva praticamente da due mesi, e due mesi senza vincere non si augurano neanche al peggior nemico *.

* ahahahah, che stronzata. E’ ovvio che a Juve e Milan augurerei di non vincere più fino alla notte dei tempi, che Iddio le strafulmini e le cacci in Terza categoria, quelle due squadracce infami che ci ammorbano l’esistenza.

Non voglio nemmeno pensare a un’Inter ulteriormente immalinconita da uno sfortunato 0-0 a Verona nel cammino di avvicinamento al ritorno col Marsiglia. Un’Inter come quella di stasera – che non era mica il Barcellona, sia chiaro, ma ha pur sempre tenuto in mano la partita dall’inizio alla fine (mica male per una squadra che si cagava nelle mutande fino a dieci giorni fa) – non avrebbe certo perso con quell’orribile squadra francese cui abbiamo concesso di venire a San Siro con il coltello dalla parte del manico. Peccato, ma se due indizi fanno una prova (la reazione col Catania, la partita di Verona) sarà un match diverso, probabilmente migliore. Poi bisognerà cacciarne dentro due, e non è come dirlo. Ma, oggettivamente, siamo messi meglio.

A Verona sono accadute cose importanti. Per esempio, aver tenuto in panca Cambiasso per fare giocare un ottimo Poli. No, vorrei sottolinearlo: aver tenuto fuori uno stanco/fuori forma per fare giocare uno fresco/in forma. Un passo in avanti epocale per CR70, che questi automatismi sembrava averli lasciati nel baule della Volvo (d’altronde lui è uno che piange quando c’è da ridere e ride quando c’è da piangere). E poi avere finalmente trovato il modo di reinserire in squadra Sneijder, con una mossa geniale:

(rullo di tamburi)

vertice alto del rombo dietro due punte

(rumore di tuoni, lampi)

‘a Ranie’, Guardiola te fa  ‘na pippa. Quattro punti in due partite: ho le vertigini, e quindi vado a dormire.

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