CATANIA-INTER 0-3

BUONA LA SECONDA

Ho trascorso una settimana in ambasce perchè tutti mi dicevano “ehhhhh, a Catania sarà dura, uhhhhh” e mi guardavano come si guarda un povero illuso. Frequento gente che legge frettolosamente i giornali: Catania era il tabù di Mazzarri (non ci aveva mai vinto), mica dell’Inter. Con questa, fanno sei vittorie su otto partite da quando il Catania è tornato in A. E’ un campo che porta bene: ci hanno segnato Solari e Suazo, già due volte Alvarez, Jonathan ci ha fatto il Maicon. Ci porta bene anche quando perdiamo (2010, ultima pausa prima della volata triplete). Insomma, viva il Catania. Anche quest’ultimo, un po’ indebolito e quindi un po’ difficile da ponderare rispetto ai precedenti Catania. Nè rispetto al resto della odierna Serie A. Forse non vale granchè, come non vale granchè – rivisto oggi – il Genoa di una settimana fa. E insomma, può darsi che i nostri sei punti siano anche frutto dell’insipienza altrui e non pesino come i sei punti della Juve.

Ma chi se ne fotte, dico io.

Quattro mesi fa ci aggiravamo sperduti  tra le macerie di quella che un giorno, forse, era stata una squadra. Oggi possiamo saggiamente  frenare gli entusiasmi, dobbiamo evitare qualsiasi genere di conclusione, ma non negarci l’attendibile sensazione che l’Inter sia tornata a essere una squadra nel significato letterale del termine, nel senso di collettivo, di insieme organizzato di 11 giocatori, i quali – ah, emozioni ormai perdute – danno l’impressione di sapere cosa fare, o quantomeno di provarci secondo un disegno prestabilito. Con Mazzarri non siamo obbligati a mangiarci una pizza. Però il suo mestiere lo sa fare. Il tempo dirà se con Genoa e Catania l’Inter avrebbe vinto anche con me  o con Jimmy il Fenomeno in panchina. Peccato per la solita merda di sosta della nazionale, stavo cominciando a prenderci gusto. Anzi, a ritrovarne un po’. Però – comunque vada, i valori son pur sempre valori – arrivare all’assurdo Inter-Juve della terza giornata alla pari con i gobbi e non dietro, beh, è già qualcosa. Senza alcun peso statistico, ma già qualcosa.

Chissà se dal mercato arriverà la sorpresa o, più prevedibilmente, non arriverà niente. Meglio niente che uno Zarate, per dire. Ragioniamo con quel che abbiamo. Mazzarri ha già fatto fin troppo in questo poco tempo. Jonathan che sembra Garrincha, Alvarez che si sta convincendo di essere un valore aggiunto, Nagatomo che fa un gol a partita (e di testa, no, voglio dire, siamo quasi al miracolo). Sotto queste e altre cosucce c’è la sua firma. Speriamo che ne metta altre. La prospettiva di andare avanti domenica per domenica dà un grande significato alle prossime 36. Oh, meglio di così…

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