BENVENUTO ETO’O

APPIANO’O

08.JPG

Giungo alla Pinetina secondo le direttive societarie, all’una e mezza in punto. Il pubblico comincia lentamente ad affluire sotto il solleone. L’ultima volta che ero stato ad Appiano c’erano ancora Lamouchi e Kily Gonzales. Il parcheggio l’hanno sistemato, occhei, ma la tribunetta resta sempre quella. Un cesso. Se avessi attaccato una cicca dietro un sedile blu nell’estate 2003, mentre osservavo Cuper dirigere la partitella, son sicuro che l’avrei ritrovata oggi. Sotto la metà dei sedili medesimi ci albergano le vespe e bisogna stare attenti a sedersi senza offrire gli zebedei ai pungiglioni. Massimo, voglio dire: dai dieci milioni a Eto’o, perchè non dai un centone a una ditta specializzata in tribunette per rifarti la tribunetta? Perchè? Perchè?

Per calarmi nel clima da stadio mi prendo una focaccina cotto e formaggio con Coca d’ordinanza. Ho in mano una bandiera cartacea che mi hanno dato all’ingresso e mi avvio a cercare un posto acconcio sulla tribunetta. L’attesa sarà lunga. La inganno guardando i colleghi interisti che cominciano ad assieparsi. Questa presentazione pane e salame mi piace di più delle americanate del Real. Qui la gente suda genuinamente nell’attesa del nuovo centravanti. Curvaioli, famigliole, una roba tranquilla. L’attesa sale quando la mandria dei cineoperatori varca prima il cancello della Pinetina e poi quello del campo, segno che The Lion King sta arrivando. Alle due e mezza, quando metà della tribunetta comincia ad avere i sintomi della morte per disidratazione, arriva Eto’o con Oriali.  Wow! Oriali sembra più alto, ma sicuramente sarà l’effetto delle Hogan. Al primo cenno di  Eto’o in favore di pubblico abbrustolito parte l’ovazione, mentre arriva Branca vestito come se andasse al matrimonio del figlio di Moratti e posa per la foto.

Eto’o, dopo averla mostrata ai fotografi, indossa la maglia nerazzurra e parte l’applausone. Cerca di tirare un pallone in tribunetta ma sbaglia mira, il tiro è basso e centra la recinzione provocando una sincope a un anziano tifoso. Gli altri tiri andranno meglio, mentre Moratti (nascosto in fondo con Mourinho) prende nota dei palloni da addebitare a Eto’o. Il nuovo numero 9 si avvicina alla tribunetta e si mette a saltare non essendo rossonero. Si batte il cuore ma non bacia la maglia, e poi spiegherà il perchè. Molto bene.

Dieci minuti di Eto’o ed è già ora di andare via. Fuori c’erano macchine parcheggiate ovunque e si crea un gigantesco ingorgo (alle due e tre quarti del pomeriggio ad Appiano Gentile. No, per dire). Il clima di letizia viene incrinato da alcuni automobilisti interisti con la sindrome della tangenziale (“evvai, porca puttana!”, “ma dove cazzo vado?”), arrivano anche i vigili e l’ingorgo, com’è ovvio, si complica. Vado a prendermi una Fanta, torno e la fila non si è schiodata di un millimetro. Farò a tempo a bermela tutta.  Casi di claustrofobia. Venti minuti per fare manovra e riparto. Sono a Pavia alle 16.10, esattamente 4 ore dopo essere partito. Per Eto’o, che in 10 minuti di esibizione ha pure cannato un tiro, mi sembra una bella dichiarazione di fiducia.

081.jpg

(eccomi nella foto. Sono l’unico che non guarda Eto’o: stavo fissando le Hogan di Oriali)