FASE CRITICA

EXIT STRATEGY

Mi stavo prostituendo lontano da casa, in un latifondo senza tv in camera, e quindi non ho visto il Milan perdere in Champions nè ho potuto ammirare il gol di tacco di un finlandese in forza a una squadra svizzera (il prossimo stadio è prendere un gol con una rabona da un cipriota in forza a una squadra moldava).

Poi torno a casa e, dopo 500 chilometri, vedo 500 commenti a un post su Mourinho, e trovo anche alcune mail (sì, ricevo “alcune mail” in appena un giorno di assenza dalla plancia: forse sto diventando importante) che mi chiedono conto di una mia improvvisa insofferenza nei confronti del nostro rissoso, irascibile, carissimo Mou.  E qualcuno mi chiede se sono ancora interista. Porca troia. Allora vado a rileggere un po’ di commenti, ricostruisco il dibattito.

Non mi piace.

Sarò schematico. Sono il primo a non condividere (e in molti casi a non sopportare) isterismi e disfattismi (minchia, dopo 4 scudi!), nè mi eccita particolarmente il dibattito sulle vedovanze (di solito ragiono con chi c’è). Detto questo, vorrei tanto che ognuno dei frequentatori del blog potesse continuare a dire la propria opinione (compresi gli isterismi, i disfattismi e le vedovanze) senza ricevere insulti o bannamenti morali, e vorrei tanto che non si abusasse della pazienza degli altri (non parlo della mia, parlo di quella di tutti). Altrimenti, ragazzi, chiudo la baracca e si va tutti su inter.it: “Da qui in poi sono tutte finali”, “Non meritavamo di perdere”, “Il calcio è questo”, “Dobbiamo dare il massimo”. Scusate, ma voi quanto a lungo riuscite a farvi le seghe?

Io rispetto tutti, compresi quelli che sono contenti dell’Inter di Genova e di Kazan. Trovo che cento sfumature diverse su 500 commenti siano la bellezza del calcio e dei blog. Se mi dimostrate il contrario, giuro che faccio il redirect su inter.it e passo le mie ore libere a leggere e potare le rose. Chi pensa il contrario lo rispetto, ma tenga conto – ribadisco – che ci sono anche gli altri.

Mourinho, infine. Segue, in breve, se interessa, il mio pensiero su Mourinho (quindi rispondo qui ai numerosi autori delle numerose mail):

a) In quanto personaggio, lo adoro e gli sono debitore di formidabili momenti di buonumore. e di rinnovato bauscismo E’ un comunicatore unico al mondo e non ne abbiamo mai avuto uno così. In quanto allenatore, ha finora vinto uno scudetto e una Supercoppa italiana, perdendone un’altra. La Champions l’anno scorso non l’ha vinta, come tutti gli allenatori del mondo tranne uno. Non c’è una legge che impone all’Inter di vincerla pena la gogna, anche se farebbe piacere a tutti e sebbene il Mou sia stato ingaggiato in forza di un curriculum favorevole.

b) In quanto allenatore, non saprei esprimere un giudizio compiuto. L’anno scorso conta poco. Conta molto quest’anno, ma oggi è il 2 ottobre.

c) Penso che il comportamento di Mourinho negli ultimi quattro mesi sia assolutamente borderline, dalla questione del 99,9% fino al cambio di Balotelli a Genova passando per i capelli allo stato brado,  la formazione di partenza col Bari, i silenzi stampa e la merda pestata con Del Neri. Ma è l’aspetto psicologico e sociale, non quello tecnico, a inquietarmi di più. Nessuno ha la sindrome premestruale per quattro mesi, specialmente se è un uomo. Penso seriamente – sperando di essere smentito, è ovvio – che quella di Mourinho sia una specie di exit strategy: sembra che si stia comportando in modo da non essere rimpianto nè fatto prigioniero, non so se mi spiego. Mica subito, eh? Quando sarà il momento. Vabbe’, fine delle spiegazioni. Vado a cercare il gol di tacco.

 

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FASE CRITICAultima modifica: 2009-10-02T01:55:00+02:00da admin
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