VERY FIT

GOCCIOLA

Ieri ho fatto una cazzata alimentare, concettuale e psicopatologica. Sono andato allo stadio dove ho mantenuto un regime alimentare impeccabile, tornando a casa mi sono fermato a un MacDrive a dare sostanza alla mia soddisfazione e poi durante la sera/notte mi sono esibito in una regressione che potrebbe interessare Paolo Crepet, Vera Slepoj, Gianna Schelotto e forse anche Michele Cocuzza:

mi sono ingozzato durante la replica di Inter-Atalanta.

Ora, un conto è mangiare Orociok come Poldo Sbaffini durante una partita in diretta. E’ nocivo, ma normale. Ma cosa significherà (non avevo Orociok e nemmeno i ChocoLeibniz , gli Orociok dei ricchi) mangiarsi mezza confezione di Gocciole durante una partita in differita, e che avevo appena visto allo stadio?

Così alle due ero ancora sul divano a guardare il soffitto come Pepe Carvalho e a interrogarmi: quanto cazzo manca alla fine di questa cazzo di stagione? Starò impazzendo? Ce la farò? Dovrò andare in una clinica a disintossicarmi come Tiger Woods? Ci sarà una clinica per interisti da qualche parte? In qualche luogo atroce, dove sedimentare la propria agitazione? Chessò, Villar Perosa?

Il problema era anche un altro. Stamattina alle 9 avevo una gara (11 km) e alle 2 ero ancora sveglio e pieno di Gocciole. Così, oltre a immaginarmi in una clinica dove mi facevano vedere porno in loop per disintossicarmi dall’Inter, mi immaginavo anche alla linea di partenza della gara con una grande pancia zavorrata e zero forze. La sveglia è suonata puntuale alle 7 ma io ero già cosciente da un quarto d’ora. Insomma, non ho dormito una cippa. Ma questa per me non è una novità. Dormo sempre poco prima di una gara. Certo, di solito non mi sparo in vena le Gocciole. Di solito pasta e insalata. Di solito. Questo finale di stagione mi sta stroncando.

Pum! Si parte. Nei primi duecento metri valuto se ritirarmi, poi vedo che procedo con una certa disinvoltura e vado avanti. Vado, vado, vado. 4′ 20″ il primo chilometro, al termine del quale mi rendo conto che non ho ancora vomitato nè accusato crisi di nessun tipo, compreso quella esistenziale. Anche il secondo chilometro lo faccio sui 4′ 20″ e al quel punto mi dico:

“E che cazzo!”

Il terzo chilometro lo corro raccontando a un mio compagno di squadra la maratona di Tokyo. Al quarto chilometro mi accodo definitivamente a un gruppetto compatibile. Un po’ di elastico fino al quinto, poi al primo passaggio dal traguardo mi esibisco in uno sprint e lascio la compagnia. Nel secondo giro ne rimonto altri quattro o cinque e chiudo in crescendo: 49′ 11″, 4′ 28″ al chilometro, che per me è già una scicchieria, ma se consideriamo che non ho dormito, ho mangiato Gocciole e due settimane fa ho corso una maratona è una schiccheria doppia, forse tripla.

Dopo l’arrivo noto che un compagno di squadra mi guarda e ride. In quel momento ho pensato: che strano modo di ridere, sembrerebbe quel cazzo di risolino che può avere un romanista quando vede un interista. Ma siamo in Padania, io sono padano, il mio amico è padano, e allora ho pensato che al massimo poteva avermi cagato un piccione in testa. Lui continua a guardarmi con il risolino ma io non ho segni apparenti di anomalie. Finchè al culmine della curiosità glielo chiedo:

“Amico, perchè mi guardi e ridi?”

“Eh, sono romanista”.

Concludo quindi sottolineando due cose: a) non ti puoi fidare di nessuno; b) ci si può ingozzare di Gocciole davanti a una partita in differita e correre sotto i 4′ 30″ la mattina dopo.

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VERY FITultima modifica: 2010-04-25T12:31:40+02:00da admin
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